Riconoscere un testo scritto dalle AI generative non è facile. Ma alcuni tool e un occhio allenato possono aiutarci, anche se i risultati non sono sempre affidabili.
Negli ultimi anni i modelli di linguaggio di intelligenza artificiale come ChatGPT, Bard e Claude hanno fatto passi da gigante nella elaborazione di testi coerenti e credibili, tanto che per un occhio inesperto può essere estremamente difficile distinguere se un contenuto è stato scritto da una persona o da un’AI generativa.
Le AI generative sono addestrate su una gigantesca mole di dati (creati da esseri umani) che poi rielaborano per generare a loro volta nuovi contenuti che imitano quasi perfettamente quelli umani.
Dunque, non è possibile individuare testi artificiali?
È possibile, ma limitatamente ad alcuni contesti e con un margine di errore a volte importante.
Tuttavia, pur non arrivando alla certezza assoluta, ci sono almeno quattro indizi che possono aiutare a smascherare un testo artificiale.
1 – Lessico
I modelli AI hanno un vocabolario più limitato e ripetitivo rispetto a quello umano. È abbastanza difficile trovare in un testo artificiale doppi sensi, sfumature, espressioni gergali, dialettali o colloquiali tipiche del linguaggio umano.
2 – Sintassi
Le frasi generate da AI in genere hanno una struttura più rigida e semplice, priva di quella naturale complessità e imprevedibilità che contraddistingue il modo di parlare tipicamente umano.
3 – Creatività
I testi artificiali in genere mancano di alcune caratteristiche tipicamente umane come la creatività, l’originalità, la brillantezza nel modo di scrivere, che si esprimono anche con idee nuove o perifrasi, magari imperfette, ma comunque piacevoli.
4 – Assenza di errori
Anche la perfezione può essere un indizio. L’assenzadi refusi o errori grammaticali, soprattutto in inglese, può essere una caratteristica tipica delle AI, in quanto i testi umani contengono sempre qualche imperfezione, più o meno grave o visibile.
Ciò detto e nonostante queste o altre indicazioni, smascherare un testo artificiale rimane difficile, anche per occhi esperti.
È vero che ci sono tool gratuiti che dovrebbero essere in grado di riconoscere un testo scritto da un’AI, come AI Text Classifier di OpenAI (sviluppato dai creatori di ChatGPT), GPTzero, AI Detector, AI Checker, AI Checker & AI Humanizer o ZeroGPT, ma funzionano soprattutto in inglese e neanche sempre.
Insomma, nessuno di questi strumenti è risultato infallibile. Ma ognuno ha espresso una percentuale di errore.
Dunque, per avvicinarsi a un risultato accettabile, la soluzione potrebbe essere combinare diversi strumenti tecnologici assieme a una buona dose di senso critico.
La tecnologia ha fatto grandi progressi, ma alcune caratteristiche come creatività, empatia, originalità o coscienza – elementi che si riflettono nel nostro linguaggio – al momento restano appannaggio esclusivo degli esseri umani.
Quando la tecnologia arriverà a imitare anche queste caratteristiche, cercheremo nuove soluzioni. Ma per ora, la chiave per distinguere un testo umano da uno artificiale, oltre ai tool, sta proprio nel ricercare queste peculiarità.